The Last Breath on Earth - The Trilogy

Galleria Hernandez - Milano

A cura di Elisabetta Fadda


Milano, Galleria Hernandez


Via Copernico 8. Milano.



“È materia viva, calda, vibrante quella esplorata da Arturo Delle Donne in questa Trilogia: una materia deformata, trasfigurata fino alla dematerializzazione, da cui l’autore estrae suggestioni intense che incantano e muovono percorsi intricati di pensiero. L’asse tematico è la specie umana, la sua evoluzione: le radici biologiche, la replicazione dei comportamenti su base genetica, i contesti ambientali in cui si sono sviluppate e differenziate le culture, i miti e le religioni, ma prima ancora le strategie di utilizzo delle risorse della terra e delle acque, di gestione delle risorse generate dalla biodiversità.”



Suddivisa in tre sezioni, la mostra esordisce con Tribes: La sequenza di simboli e ritualità di popolazioni tribali estinte o in via di estinzione ci segnala la drammaticità di un impressionante e inarrestabile impoverimento della diversità culturale. E ci fa riflettere su quanto ha pesato in questo processo la tendenza della cultura globalizzata a farsi merce, a massificarsi e banalizzarsi, a diventare pensiero unico; prosegue con Memes in cui gli archetipi di un mondo sovrasensibile, quali demoni, dei ed eroi, sono stravolti nel replicare i nostri modelli di riferimento; e si conclude con De Rerum Naturae, rappresentazione delle vita animale in forma di Natura morta di in cui le specie diverse, ormai brandelli di un pasto consumato, sono promosse a Vanitas.



“La Trilogia non sviluppa didascalicamente il messaggio inquietante lanciato dal titolo del libro che segnala i rischi di lacerazione a scala di pianeta del tessuto di relazioni compatibili tra uomo e ambiente che è stato preservato, nei millenni, anche nelle fasi più critiche della storia delle civiltà. Non c’è traccia di denuncia esplicita, tanto meno di indignazione: prevale un tono di timorosa apprensione, di attenzione premurosa e trepidante.”



Volendo porre l’accento sul rapporto che si instaura tra cibo e cultura, tra scienza e arte, tra arte e natura, ogni artificio fotografico è volutamente esasperato per trasformare la realtà in una diversa allegoria - quasi pittorica - incoraggiandoci a pensare che scienza e poesia possono ancora rifondersi in un unico sapere.

Riassumendo così la diversità delle cose naturali in una sorta di museo del mondo, Arturo Delle Donne ci permette di afferrare ciò che altrimenti non sarebbe rappresentabile.